ADDIO VIRNA LISI, A LUGLIO PREMIATA A POGGIO NATIVO CON IL “RATTO DELLE SABINE”

(di Sabrina Vecchi) Ha lasciato tutti sgomenti anche nella nostra provincia la scomparsa di Virna Lisi, deceduta ieri a Roma all’età di 78 anni a solo un mese dalla diagnosi di un male incurabile e senza essersi mai ripresa dalla disperazione scaturita dalla morte del marito Franco Pesci, morto un anno fa dopo 53 anni di grande amore.
La splendida attrice aveva ricevuto nel luglio 2014 a Poggio Nativo il Premio “Ratto delle Sabine” ideato e voluto da Laura Lattuada: un riconoscimento destinato alle donne ultra sessantenni che tramite il proprio lavoro svolto con entusiasmo, vitalità ed intelligenza hanno proseguito senza sosta a rendere utile ed attiva la vita per loro stesse e per gli altri.
In quell’occasione la Lisi si desse fiera del premio ricevuto, – già assegnato in precedenza alla grande amica Laura Biagiotti che oggi ne piange la scomparsa -, ed affascinata dalla bellezza dei territori sabini in cui si era riproposta di tornare a breve.
Nata ad Ancona nel 1936 sotto il vero nome di Virna Pieralisi, si trasferisce subito a Roma dove viene artisticamente scoperta in età ancora adolescenziale ed inizia a muovere i primi passi nel mondo del cinema con le commedie in voga negli anni ’50, recitando fin da subito al fianco di mostri sacri come Alberto Sordi in “Lo Scapolo” per la regia di Antonio Pietrangeli, e Totò in “Totò Peppino e le fanatiche”. É sempre di quegli anni l’unico spot pubblicitario girato in tutta la vita dall’attrice che ne segnerà paradossalmente per sempre la carriera, diventando un vero e proprio tormentone dell’epoca, per un dentifricio che aveva come slogan: “con quella bocca può dire ciò che vuole”.
Da allora la carriera della Lisi, bella ed ammiratissima, subisce una vera e propria impennata che la porta a lavorare per produzioni internazionali e pellicole d’autore, fino all’approdo ad Hollywood nella seconda metà degli anni ’60 sotto contratto con la Paramount che in quegli anni cercava una degna erede di Marilyn Monroe. É la consacrazione mondiale che la porta a recitare al fianco di personalità del calibro di Jack Lemmon, Tony Curtis, Therry Thomas, e ancora Frank Sinatra che la corteggiò incessantemente. La vera forza e la particolarità di Virna Lisi venne fuori caparbiamente proprio nel “tritacarne” hollywoodiano dove l’attrice non si sentiva valorizzata ma solo relegata al ruolo della bambola bionda senza personalità, al punto da rifiutare i ruoli di Bond Girl e Barbarella (poi assegnato a Jane Fonda), e tornarsene a Roma con la famiglia pagando una salata penale alla Paramount. Riprese a lavorare con rinnovata energia, sempre diretta da grandi nomi come Pasquale Festa Campanile, Liliana Cavani, Pietro Germi e Alberto Lattuda in una memorabile interpretazione per “La cicala” che le valse il David di Donatello come miglior attrice protagonista, e ancora con partner di scena come Anthony Quinn, Anna Magnani o William Holden per citare solo alcuni nomi.
Si è cimentata altresì in commedie di tipologia più popolare come quelle dei fratelli Vanzina ed ha dato un enorme contributo al rilancio della fiction italiana, sempre e comunque con grandissimo entusiasmo purché il copione – che vagliava attentamente – le permettesse di dare emozione al suo molto amato e mai deluso pubblico.
Grandissima interprete, donna di classe innata, non ha mai ceduto all’illusione della bellezza eterna promessa dalla chirurgia estetica, né ha mai avuto esitazioni ad accettare ruoli che per esigenze di copione la invecchiassero, la imbruttissero o la ingrassassero, sempre fedele ad una passione per un cinema “puro” che si attiene alle regole imposte dal personaggio al quale va donato senza restrizioni tutto il proprio talento.
Mi piace ricordarla come forse lei vorrebbe essere e come l’ho incontrata l’ultima volta, ai giardini di Villa Borghese in tenuta sportiva, con i capelli raccolti e senza un filo di trucco, eppur impeccabile, intenta a giocare con gli amatissimi nipotini. Ogni tanto qualche ammiratore si fermava per salutarla e lei non risparmiava a nessuno il suo sorriso radioso e sincero, che sfiorava quasi la commozione per essere ancora così benvoluta dal suo pubblico.
Di certo era quello il ruolo che più amava. Altro che Hollywood. Foto: RietiLife ©

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