L’UCCELLO MARABÙ FUGGITO DAL BIOPARCO ERA STATO SEQUESTRATO DAVANTI AL PALASOJOURNER

Ricordate il sequestro di animali messo a segno dalla Forestale nel febbraio 2012? Se non lo ricordate la notizia è questa (leggi). Ma perché ricordarlo? A Roma nei giorni scorsi è fuggito dal Bioparco un esemplare di Marabù, proveniente proprio dal sequestro effettuato dal Nirda della Forestale nel 2012 a Rieti, davanti al PalaSojourner. La vicenda finì anche su Striscia la Notizia.

(di Maria Lombardi – da Il Messaggero del 24 settembre 2014 – qui la versione webDue ali grandi così e un becco lungo, faceva paura. E che sarà mai? Uno strano gabbiano gigante, escluso non gli somigliava affatto, un avvoltoio, speriamo di no, forse una cicogna ma non sembrava esattamente una cicogna. Un’aquila un condor, un fenicottero, chissà. Corrono le favole dietro all’ombra che ha attraversato un paio di giorni fa il cielo di Prati inquietando un po’ e scatenando congetture. Nessuno ha indovinato, anche perché forse pochi lo conoscono e chi ne sa qualcosa di certo non pensava di ritrovarselo sopra la testa, in mezzo al traffico. L’uccello avvistato dalle parti di piazza Mazzini prima e viale Giulio Cesare poi è un marabù. Come è finito Roma questo gigante del cielo (tre metri di apertura alare, fino a uno e mezzo d’altezza) che ha origine africane, vive nella savana e appartiene alla famiglia Ciconidae? Semplice, è volato via dal Bioparco e adesso si nasconde su qualche albero, in città. Sarebbe successo cinque giorni fa, da quel momento si moltiplicano avvistamenti e racconti ma del marabù non c’è traccia. Sono tre gli esemplari di Leptoptilos crumeniferus (questo il nome scientifico) che vivono al Bioparco. Non vivono chiusi in una voliera ma liberi su un terreno protetto dal recinto, basta che gli vengano un poco accorciate le piume delle ali per ridurre la portanza e impedirgli la fuga in volo. Al marabù che se l’è filata forse le piume erano ricresciute un po’ troppo e ha trovato la spinta per sollevarsi da terra, scavalcare il recinto e raggiungere il cielo. Pare che sia già successo in passato che un altro esemplare si sia allontanato ma è stato in fretta ritrovato a Villa Borghese. LE RICERCHE Adesso del maribù metropolitano non si hanno notizie se non nei racconti di chi dice di averlo visto tra gli alberi di Prati. Le ricerche finora non hanno portato a niente, forse avrà trovato rifugio in una zona più tranquilla e lontana dal frastuono. Certo fa un poco impressione vedere un uccello così grande e strano sorvolare la città. Ai gabbiani ormai nessuno fa più caso, così temerari ormai da sfidare anche il traffico e posarsi sull’asfalto tra le macchine pur di afferrare qualcosa. Un marabù invece, con quel becco interminabile e quella stazza, non può passare inosservato nemmeno tra chi ne viste tante nei cieli di Roma, comprese le battaglie tra volatili. C’è da dire che il marabù non ha un bell’aspetto anzi è piuttosto brutto con la testa e il collo senza piume, e passa pure per cattivo perché si nutre di carogne (ma c’è chi ne parla come un animale incompreso, teme l’uomo e non lo attacca). Quando non riesce a trovare carcasse di animali, può uccidere altri uccelli. Avendo un’apertura alare di quasi tre metri, si solleva in aria con agilità e può raggiungere altezze tali da essere quasi invisibile da terra. Si sa di marabù che sono arrivati a 4.000 metri di quota.  Li chiamano gli spazzini della savana ma adesso puliscono anche altrove, si vedono vicini alle discariche di città e villaggi. In Africa, non certo a Roma che adesso si ritrova alle prese con un nuovo e stranissimo mistero. Dove è finito il marabù fuggito dal Bioparco? Foto (archivio) RietiLife ©

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