“PASQUALE DA CITTADUCALE” – MA PERCHÉ AI REATINI NON INTERESSANO I GRANDI EVENTI?

Il ritorno di Pasquale da Cittaducale. Dopo qualche mese di assenza, Pasquale torna a dire la sua, come sempre liberamente, a proposito del Meeting di Rieti di domenica scorsa (guarda le 262 foto).

Hola chicos! Eccomi, sono tornato: anche se per poco e da molto lontano. Questa trasferta in terra iberica per motivi di lavoro, sta durando più del previsto tanto da non potermi consentire una presenza costante sul territorio e sul giornale online che mi dicono abbia raggiunto risultati di rilievo. Tuttavia, grazie proprio a RietiLife, sono piuttosto aggiornato sulle vicende della città che in questi mesi non mi sembra abbia fatto passi in avanti da tramandare ai posteri. Le cose, stando al web, non sembrano essere diverse da come le ho lasciate, anzi direi che in qualche caso sono peggiorate. Comunque spero di poter tornare presto anche per riprendere i tanti discorsi lasciati in sospeso. Intanto vorrei approfondire e dire la mia riguardo la 44^ edizione del Meeting di atletica “Città di Rieti” che non appena chiuso i battenti, ha innescato un vespaio di polemiche che di certo non fanno bene a nessuno. Per anni ho seguito la manifestazione allo stadio di atletica come appassionato ma, soprattutto, come cittadino di Rieti che per un giorno all’anno, da 44 anni consecutivi, vive un magic-moment invidiato da ogni parte del pianeta. Non sarò io a dirvi cos’è il Meeting, non sarò a dirvi quanti record è stato capace di regalare al mondo, non sarò io a citarvi tutti i campioni che lo hanno reso unico, non sarò io a dover esaltare le peculiarità di un personaggio, Sandro Giovannelli, che dal 1971 lo organizza facendo crepare d’invidia l’atletica di mezzo mondo. Non ho bisogno di illustrare l’evento di domenica scorsa, per quello basta sfogliare RietiLife e capire di cosa stiamo parlando, ma ho la necessità di condividere lo sfogo di Sandro Giovannelli, che non vuole più sentir parlare del Meeting… (ma de che!!!) supportando in tutto e per tutto anche quanto scritto in questi giorni circa la totale assenza, perché di ciò si tratta, da parte della città che ha praticamente snobbato la manifestazione. Io, per ovvie ragioni, non sono potuto essere sugli spalti del Guidobaldi, ma ho avuto la possibilità di seguirlo in tv (ho notato anche la splendida forma del direttore di RietiLife che quando non è sui campi di calcio è su quelli di atletica!!). E proprio mentre prendeva forma la sfida tra Powell e Gatlin, sapientemente tenuti a bada, le telecamere hanno indugiato spesso sulla tribuna centrale che ai miei occhi è apparsa desolatamente… mezza piena. Una tristezza commentata anche in lingua spagnola da coloro che per vedere una coppia di velocisti simile a quella presente a Rieti, debbono sperare di avere una competizione a carattere mondiale. Certo, è difficile capire perché la gente di Rieti non ha a cuore le sorti del Meeting, tanto da non prendere parte alla giornata in nessun modo, nonostante la scelta, rispettabilissima, sia poco comprensibile. Tuttavia dove vorrei porre l’accento è sulle dolenti noti dei “portoghesi”, ovvero di quella gente che pur di risparmiare 5 euro del biglietto (1 dei quali è andato in beneficenza) passa il tempo a guardare il Meeting… dall’argine del fiume, quindi NON PAGA e non partecipa nemmeno al colore che contraddistingue il Meeting di Rieti. Appare quindi chiaro lo sfogo di Sandro Giovannelli che, inoltre, si trova costretto a vedere la gente sull’argine in luogo di uno stadio semi-deserto e poco partecipe nei confronti degli atleti che in molte gare hanno la necessità di “sentire” il calore degli spettatori. Mi fa strano, però, leggere il commento di Vittorio (leggi, ndr) che ha risposto ad un pezzo di RietiLife dicendo che lui, appostato sull’argine con un discreto numero di spettatori, non si deve “vergognare” di nulla rispedendo al mittente le critiche verso coloro che hanno fatto i “portoghesi”, cercando in alcuni casi di non pagare il biglietto. Capiamoci caro Vittorio, spero tu legga questo articolo, non devi vergognarti di nulla, figurati, ma almeno dovresti interrogarti su come questa città, spesso, lascia correre certi appuntamenti senza nessun interesse. Non ti devi vergognare, assolutamente, ma almeno domandati come mai c’era tanta gente sull’argine e non sugli spalti. Forse, caro Vittorio, dovresti chiederti, senza vergognarti, il perché la gente di Rieti vuole sempre e chiede i “biglietti-omaggio” anziché sborsare un piccolo contributo per una manifestazione che costa tanto denaro, e proprio per la totale assenza di quest’ultimo rischia ogni anno di chiudere il sipario se non fosse per quella dolce pazzia che si cela nel cuore di Sandro Giovannelli. Non ti devi vergognare caro Vittorio, dovresti riflettere un momento e capire che se non ci fossero manifestazioni come il Meeting e persone come Giovannelli e non solo, a Rieti di sport se ne vedrebbe ben poco. Foto: RietiLife ©

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