Torna la nostra rubrica “Parola all’esperto”, curata da Matteo Carrozzoni. Mentre si contano i danni a Senigallia, all’indomani dell’alluvione che è costato la vita a due persone, il pensiero corre rapido alle criticità del nostro territorio e alle sue potenzialità di pericolo. A illustrarci la situazione è il geologo Riccardo Menotti, da anni attento nell’osservare e denunciare i problemi ambientali della nostra provincia ed i casi di mala gestione. “Sono fenomeni naturali – afferma il geologo Menotti – ma la maggior parte delle volte sono causati dall’uomo e dalla mancanza di criterio usata nel costruire. Numerosi sono i casi da segnalare nel reatino: in primis ed in tema con le notizie di attualità, troviamo l’area del convitto alberghiero e dell’Ares 118, realizzate ben 4 metri al di sotto del livello di piena del Turano, quindi in zona di esondazione fluviale. A seguire, ma non meno pericoloso, è quanto si sta realizzando nel cantiere della superstrada per Ascoli, all’altezza di Sigillo, dove un rilevato artificiale va a creare un restringimento consistente all’alveo fluviale, che diventerà un vero e proprio sbarramento per i materiali trasportati in caso di corrente di piena, il tutto alle porte di un centro abitato. Una situazione non giustamente dimensionata insiste anche in centro città a Rieti, dove le sponde del fiume Velino sono state dotate di pali di soli 4 metri anziché dei 9 previsti dal progetto di “messa in sicurezza delle sponde tra Ponte Cavallotti e il Consorzio di Bonifica” risultando così, più che altro un’operazione di “arredo urbano”. Ma l’elenco è lungo e conta situazioni magari potenzialmente meno pericolose, ma che risultano sempre un vero e proprio affronto nei confronti del nostro territorio: l’interramento dei piloni presso lo svincolo di Micigliano e l’ammassamento del materiale di risulta proveniente dagli scavi delle gallerie, danno luogo ad un’antropizzazione sovradimensionata che deturpa paesaggisticamente le splendide Gole del Velino; i due milioni di euro spesi per stabilizzare il corpo di frana del km 5+100 della Turanense, senza nemmeno rimuoverlo, sono uno spreco folle; il dissesto idrogeologico largamente diffuso sulle sponde del lago del Turano non è assolutamente monitorato da Eon e Provincia; la strada degli Inglesi, costata un miliardo di vecchie lire più 1.950.000 euro di interventi, è nuovamente franata; i lavori del polo della logistica di Passo Corese, voluto fortemente dalla politica, sono fermi da mesi dopo la sola realizzazione delle infrastrutture e probabilmente sarà trasformato in un insediamento urbano. Queste sono solo alcune delle criticità della nostra provincia – conclude il geologo Riccardo Menotti – per ognuna delle quali ho effettuato denunce agli organi competenti, dalla Procura alla Prefettura, nella speranza di arginare il declino di un territorio che mi sento di definire “predato” e del quale, lascio immaginare ai lettori chi siano i predatori”. Foto: RietiLife ©