L’EDITORIALE DI FORMAT, “ORGOGLIO E DIGNITA’”

Di seguito l’editoriale di Format dal titolo ”Orgoglio e dignità”, firmato da Maurizio Festuccia. 

Ma che brutto momento politico stiamo attraversando!
E’ evidente: nessuna manovra che si sta consumando nel panorama, sia del Paese che del paesello, ci può regalare il sorriso, seppur forzato, di un ottimismo che ridia calore alle nostre speranze di cittadini e di uomini.
Se l’Italia piange, Rieti certo non ride, ma stride di fronte ad un attrito fortissimo e cannibale che rischia di non far assaggiare nemmeno la colomba pasquale all’attuale Giunta locale. E tutto questo ricade ancor più di una mannaia (che già ci ha spaccato la testa e gli ultimi salvadanai…), su tutti quanti noi che continuiamo ad arrancare per sbarcare il lunario, di mese in mese, di giorno in giorno…! Stiamo attraversando il periodo più delicato e controverso degli ultimi 50 anni. Sembra si brancoli nel buio e questa tanto agognata “luce alla fine del tunnel” non solo non si vede ma non sappiamo nemmeno se ci sia o meno. Ogni giorno che passa questo tunnel diventa sempre più angosciosamente tetro e lungo, una gola profonda che ingoia le flebili e residue speranze anche del più incallito ottimista. Destra… sinistra…, sembra essere sballottati da una parte all’altra senza che nessuno si curi delle capocciate che diamo ogni volta. E c’è chi le dà talmente forti che rimane stecchito a terra, esanime. Anime taglieggiate dall’ingordigia e dalla incapacità di uno Stato intento solo a riparare i suoi stessi danni; padri di famiglia risucchiati dall’angoscia di non potergliela più fare di fronte ad un muro di debiti che inesorabilmente avanza, fino a schiacciarli. E lasciarli lì, soli, senza dignità prima e senza vita poi, dopo avergli limato uno ad uno ogni risorsa ed inferto l’ultimo colpo di mannaia. Come tutti, mi domando anch’io se e quando finirà questo strazio ma certo non è confortante quello che accade politicamente attorno. Se è vero che abbiamo riposto tutto il nostro futuro sul “nuovo che avanza”, non mi pare che questo “nuovo” ci stia rassicurando più di tanto e quel che “avanza” non serve nemmeno a soddisfare la morsa di fame che imperterrita ci làncina pensieri e genera ancor più disperazione. Nessuno se l’aspettava così cruenta e così dura da digerire questa crisi. Ma la “crisi”, adesso, si sposta soprattutto sul comportamento della classe politica che annaspa più dell’economia, ormai giunta agli ultimi respiri. Litigano anche loro, litigano soprattutto loro, litigano pericolosamente tra loro, creando ancor più sfiducia e frastorno tra i poveri cittadini già provati, quasi sfiniti, al punto da non saper più come fare o a che santo appellarsi. E non si tratta di uscirne indenni, si tratta solo di avanzare di un passo ogni giorno, di non farsi sommergere dall’inerzia e dall’invadente, pericolosa, impotenza che si prova. Per favore, amici amministratori della nostra vita politica, siate un po’ più onesti intellettualmente: se invece di sfasciare foste uniti per risolvere problemi, o quantomeno per cercare di farlo, non pensate che questa agonia in cui ci avete gettato possa, seppur flebilmente, riprendere fiato e ridare ad ognuno di noi l’idoneo spirito per ricredere in una ripresa del cammino? Quando sembra ci siano fiammelle di speranza ecco succedere qualcosa di nuovo, di terribilmente nuovo, che ti rigetta nello sconforto più profondo per non farti più rialzare. Non sembra una sconfitta per ko ma ai punti, dopo l’ennesimo, tragico, ultimo round. Chi manovra i fili è ora che si renda conto che non ce la facciamo più, che siamo esausti, che se ne sta andando via anche l’ultimo, dignitoso, accenno di reazione.
Oppure è proprio questo che volete? Foto: FORMAT ©

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