BENVENUTO 2014, L’EDITORIALE DI MARIO BERGAMINI: “RIETI AL CAPOLINEA, SI RISCOPRA COMUNITÀ”

Ospitiamo l’editoriale di Mario Bergamini, caposervizio del Messaggero di Rieti. 

Meglio brutali che banali. Anche perché nei mesi a venire serve tutto meno che un medico pietoso. Coraggio, idee, volontà ferrea, il tutto sostenuto da un enorme senso di responsabilità e una grande coscienza della drammatica realtà che ci circonda.
Rieti è giunta al capolinea. Inutile nasconderlo. E il fondo, forse, non è ancora neppure stato toccato. Inutile fare l’elenco di cosa si è perso e di cosa non va. E’ sufficiente uscire di casa, guardarsi intorno, farsi due passi in centro. L’agorà, anche in questi giorni di festa, somiglia più a un villaggio abbandonato del Far West che al cuore pulsante di un capoluogo di provincia. Ma è solo prendendo coscienza di ciò che ci si può aggrappare alla speranza di un rinascita.
Ricette miracolose? Non ne abbiamo. Ma di una cosa siamo sicuri: la città ha per primo bisogno di riscoprire la propria coscienza civile e sociale, il senso di partecipazione alle vicende cittadine, il valore della democrazia, del dialogo, del confronto anche serrato ma capace di giungere a una sintesi.
Per capire il senso delle mie parole, faccio l’esempio della pagina peggiore dell’anno appena andato. Il corteo per le vie della città degli operai della Schneider. Cinquanta persone, un pugno di sindacalisti e alcuni politici locali, presenti più per dovere istituzionale che convinzione. Su tutto, pesante come un macigno, l’indifferenza dell’intero tessuto sociale. Ma la vita è una ruota: oggi a me, domani a te.
Rieti è e deve essere, deve riscoprire il senso di comunità. Solo così potrà da un impulso, un sostegno vero, un pungolo efficace al governo della città. Un governo negli ultimi diciotto mesi passato da un centro di potere a un altro, senza che per i cittadini, nella realtà, cambiasse qualcosa. Non ne facciamo una questione di schieramento, di bandiera. Non ci interessano queste valutazioni, fini a se stesse, alimentate solo da alcuni piccoli attori che calcano senza gloria il misero teatrino della vita politica locale. La città ha bisogno di essere amministrata, guidata, portata fuori dalla palude. Non che qualcuno faccia gli interessi di una parte contro altri e viceversa, secondo l’esito della consultazione elettorale, la moda politica del momento. E per governare, bene, non serve neppure una giovane carta d’identità. Giovani lo si è dentro, non anagraficamente. Buon anno. Mario Bergamini Foto (archivio): RietiLife ©

 

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