“HO UN CANCRO E HO SCELTO RIETI PER CURARMI”

Il dolore, la speranza, il ringraziamento. I reatini Fabrizio e Giulia Giovannelli, insieme alle figlie Alessia e Chiara, scrivono al responsabile di Oncologia Medica dell’ospedale De Lellis, Vincenzo Capparella, e rendono nota la lettera alla Asl di Rieti, alla Regione Lazio e agli organi di informazione. Un altro caso di “buona sanità” dopo quello simile pubblicato nelle scorse settimane (leggi) e l’operazione all’avanguardia pubblicata ieri (leggi).

«In periodi difficili come quelli che stiamo vivendo negli ultimi mesi, ormai anni, capita di assistere passivamente al taglio dei servizi pubblici e in particolare di quelli sanitari, ma nonostante questo non mancano eccezioni ed eccellenze. Questa nostra vuole raccontare un’esperienza che non ci sarebbe certamente piaciuta vivere, ma al tempo stesso testimonia come, nel dolore, si possano scoprire realtà che nemmeno ci immaginavamo. E’ per questo che vogliamo dimostrarti, unitamente al reparto che magistralmente dirigi, massima riconoscenza. Per un verso o per l’altro, la nostra presenza si è fatta piuttosto costante negli ultimi due anni a causa di un tumore al pancreas, che ha cambiato la nostra vita, quella mia in primis, di mia moglie e della famiglia tutta. Contattati i migliori professionisti che operano questa patologia, abbiamo praticamente fatto più volte il giro d’Italia tra diagnosi, visite e interventi e, alla fine, siamo tornati a Rieti, dove i nostri contatti con Te sono sempre stati saldi, anzi, proprio tu, senza egoismi o virtuosismi, sei sceso in campo per offrirci le migliori possibilità. E proprio a Te che vogliamo rivolgere i nostri più sentiti ringraziamenti in quanto in questo lungo periodo non hai mai smesso di dimostrarti un grande medico e una grande persona. Nei tanti momenti difficili che si sono presentati sei sempre stato di una professionalità e di una disponibilità esemplare. Oltre alla grande competenza, ci hai sempre palesato aspetti che non tutti hanno, quelli dell’umanità e dell’umiltà, e questo ha significato molto, sia perché abbiamo continuato a sperare, sia perché ogni volta che c’è stata una necessità o un dubbio ti abbiamo chiamato e disturbato, anche nei giorni di festa, sapendo che avresti risposto con partecipazione e professionalità. Ti riteniamo una persona speciale e non possiamo non riconoscerti un’attenzione particolare per quegli aspetti che non tutti hanno a cuore e che in certi momenti sono fondamentali per andare avanti con forza e determinazione. Ecco, se tutto funzionasse in questo modo e se tutti potessero essere come Te, sicuramente la sanità locale e non solo, nonostante i tagli che comunque la limitano nello sviluppo, potrebbe diventare un modello eccellente e non una cosa della quale avere paura». Foto: RietiLife ©

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