IL TEATRO FLAVIO SOGNA E SI SCATENA CON I NEGRITA

(di Nazareno Orlandi) Ti aspetti un concerto abbottonato, soft, sussurrato, sulla falsariga di quello ascoltato sempre al Flavio a marzo, e invece ti ritrovi immerso (piacevolmente) in un vortice di sonorità graffianti, ritmiche incalzanti e un fritto misto di linguaggi musicali che quasi non riesci a star fermo sulla sedia. Il teatro esalta le atmosfere, ma per il pubblico, alzarsi in piedi su suggerimento di Pau quando parte l’ultimo pezzo – Gioia infinita – è come una liberazione da catene che nei palazzetti o nei festival estivi non esistono. E questo per lo spettatore, soprattutto di platea, è l’unico limite: non riuscire a dominare al cento per cento l’onda travolgente del ritmo. Però i Negrita sbancano ancora il Flavio Vespasiano. Senza se e senza ma. Tanti giovani, e anche molti che hanno scollinato gli “-anta”, per la data zero del nuovo tour Teatri 2013, un successo di pubblico (sold out) e di consensi. “Ci avete fatto ripartire con il piede giusto”, ringrazia Pau (Paolo Bruni), trascinatore più che mai – guascone col bicchiere di vodka lemon ma ieratico in Brucerò per te – al termine di due ore infuocate, dove l’unplugged si colora di blues (Sale), viaggia in Africa (Radio Conga, Che rumore fa la felicità), scivola a Mezzogiorno (Bum Bum Bum, Rotolando verso Sud, Soy Taranta), rivitalizza le grandi hit (Ho imparato a sognare, L’uomo sogna di volare, Magnolia) e si fa elettrico per Cambio e Mama Mae. Riuscitissimo il nuovo singolo Anima lieve, secondo estratto della raccolta Déjà Vu. Ma il pubblico si sgola per La tua canzone, il pezzo dell’estate, rimasto in mente anche ai più distratti. Giochi di luci e colori: “Splendido”, più che una canzone, è un omaggio allo stroboscopio che irradia di fasci luminosi l’intero teatro. Sembrano angeli che fanno surf. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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