” SVENTURATA LA TERRA CHE HA BISOGNO D’EROI”

“Gli studenti del Liceo Classico Marco Terenzio Varrone di Rieti, sulla scia della protesta studentesca su tutto il territorio italiano, hanno deciso di dare il loro contributo e di far sentire la loro voce.A tal fine si sono riuniti per tre giorni in gruppi cogestiti per discutere della condizione ormai gravosa, in cui versa la scuola italiana. Al termine di questi incontri gli studenti hanno elaborato il seguente documento”.

È un popolo bendato quello che ci richiedono: la res publica è diventata occultazione, ipocrisia. Quello di cui abbiamo bisogno è un’ancora di salvezza, forse. O forse solo qualcuno che ci dia la forza di reagire. Ebbene, la nostra generazione si oppone ad un incrocio fatto di vicoli ciechi e sensi unici. La nostra generazione rifiuta di mettere a tacere le coscienze e chiudere gli occhi. Abbiamo bisogno di un eroe e il paradosso è che qui risiede la nostra sventura. Vittime di un’istituzione che non risponde ai nostri bisogni, gli unici strumenti a nostra disposizione si rivelano fallaci:  scioperi, cortei e ogni altra forma di mobilitazione studentesca restano completamente ignorati. La crisi del sistema politico si riflette drammaticamente su quello scolastico causando tra gli studenti un clima di sfiducia nei confronti dello stato. Mentre vengono bruciati sotto i nostri occhi 75.000 € l’anno per retribuire un fotografo, mentre vengono letteralmente bevuti 7.000 € di vini pregiati e affittata una stampante al costo di 3.000 € l’anno, la scuola italiana manca di innovazione e manutenzione. Ma continuiamo a tagliare. Esigono competenze, eppure ci propongono un test “a crocette” che valuta unicamente le conoscenze, ci offrono corsi di orientamento per l’università, ci preparano a sostenere corsi di laurea ed esami per realizzarci professionalmente, ma poi ci invitano gentilmente a non essere troppo “choosy”. Il ddl Aprea, trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 23 Ottobre 2012, riconosce il diritto di riunione a studenti e docenti, ma ne impedisce di fatto lo svolgimento nelle ore e negli spazi scolastici, abrogando l’articolo che lo tutela. É questa la nostra Repubblica democratica. La mancanza di specificitá, trasparenza e chiarezza del decreto lascia intendere una possibile intromissione di privati nella scuola pubblica e la costituzione della stessa come una “mini-azienda”. Gli esiti di ciò sono imprevedibili e molteplici. Noi abbiamo paura. Temiamo per il nostro futuro e, se è vero che poggiamo sulle spalle dei giganti, non toglieteci l’orizzonte. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 31 Ottobre 2012

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