LE OLIMPIADI VISTE DA STEFANO MARIANTONI

LONDRA – I Giochi sono una cosa seria. E i londinesi lo sanno. Danno una corsia preferenziale ai flussi colorati di facce dipinte e bandiere legate intorno al collo. I giochi scorrono, composti e festanti, da una tube station al mega impianto sportivo da 30mila posti. Andata e ritorno. E i sensi unici pedonali aiutano a far defluire chi vince e chi no, sempre con quel sorriso dettato dai cinque cerchi. Guardarsi intorno, qui, permette di viaggiare. I tricolori si confondono. Può sembrarti italiano, invece no. E’ messicano. O irlandese. Tutti insieme. Nessuno contro. L’invasione pacifica è al day 5. E viene da pensare a questo modo di accogliere il mondo dentro casa che hanno i britannici. Premuroso e attento ai tempi. Molti sudditi di sua maestà hanno raccolto l’invito: non intralciare i giochi, cambiare abitudini, magari mettersi in ferie. Andarsene per un po’. Affittare casa. Altri rimangono, come i settantamila volontari con le polo color prugna. Come Bob, che ci accoglie con i suoi mille consigli: per spostarsi ecco la card più conveniente, di sera Victoria Park o Hyde Park, ci sono schermi giganti e musica e un sacco di gente. Enjoy the games. Sono Giochi a traffico limitato, senza le telecamere spione della nostra tanto discussa e spesso odiata ztl. I bus rossi a due piani e i taxi neri tappezzati di pubblicità rappresentano l’ottana per cento del viavai. Per il resto si cammina, si accettano le regole di viabilità dei Giochi, e il tempo che ci vuole. Con educazione. Altri spazi, altri numeri, certo, rispetto a Rieti. Ma le nostre difficoltà nell’accettare restrizioni al traffico a quattro ruote, in un centro storico così piccolo, qui farebbero sorridere un po’ tutti. Vivere i Giochi per credere.  Poi all’Earls Court, immaginate un PalaSojourner elevato alla quarta, la Repubblica di Corea si concede il lusso di battere il Brasile con un incredibile 3-0. Biglietti esauriti? Macché… Volendo ci si potrebbe sdraiare sulle poltroncine rosse del nostro block. Chiazze di posti liberi si sprecano. Il prezzo da pagare per la corsa al rincaro che è uno degli aspetti meno nobili di questa Olimpiade.  Ed è stato, per capirci, come quando la Sebastiani ha battuto Milano in casa o Roma al PalaEur. Forti, le coreane. Anche se divise e rivali tra nord e sud. Una divisione che stona con l’aria che si respira qui. E meriterebbe una penalità, sul medagliere della fratellanza. Ve lo immaginate un tricolore spaccato? Un confine bianco tra settentrione verde e meridione rosso. Con noi reatini in mezzo. E il confine tra Villa Reatina e Santa Rufina. Foto: Mariantoni © 2 Agosto 2012

Print Friendly, PDF & Email