“PENNA E CALAMAIO” DI MONICA PULITI

Sentirsi ognuno parte di un tutto, un tutto unito, al quale portare ciascuno il proprio contributo, perché nessuno si senta solo, abbandonato, marginalizzato, riacquistando così un senso della comunità che abbiamo abbondantemente perso per strada. E’ in quest’ottica che leggo la strada indicata dal neosindaco Simone Petrangeli per salvare il posto degli oltre 150 precari del Comune (per la maggior parte dei quali borse lavoro, collaborazioni, contratti a progetto, voucher e uffici di staff sono scaduti proprio ieri). Garantire la prosecuzione dei rapporti si può – volendo sintetizzare la posizione espressa dal primo cittadino – ma solo realizzando un patto di solidarietà che comporti la rinuncia a qualcosa, permettendo così di ammortizzare la spesa del personale che grava come un macigno sulle esangui casse comunali. Rinuncia alla quale sono chiamati i dirigenti di Palazzo di Città con tagli ai premi di produttività, ma anche gli assessori e il resto dei dipendenti. Annunciato inoltre lo stop alla esternalizzazione dei servizi e alle consulenze. Come dire: in un momento che impone rigore e, soprattutto, in cui c’è la necessità di salvare il posto di lavoro a tante persone – a cui è legata la stabilità economica di altrettante famiglie -, bisogna rimboccarsi tutti le maniche in nome di una solidarietà sociale che impedisce di voltarsi dall’altra parte. Per rimanere uniti, in modo che nessuno rimanga dietro e smarrisca la strada. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 1 Giugno 2012

Print Friendly, PDF & Email