CAMUSSO (CGIL): “IL GOVERNO CAMBI MUSICA, COL RIGORE IL PAESE NON SI SALVA”

(a.l.) Il primo applauso che la Camusso chiama alla piazza è per i tanti morti – tra imprenditori, artigiani, commercianti e operai – che sta mietendo questa crisi: “Il nostro pensiero va a chi si è tolto la vita perché non vedeva più prospettive davanti a se. Sono questi suicidi il vero simbolo della crisi”. D’altronde la fame di risposte nel Paese è tanta: ne cercano i precari, i disoccupati, gli esodati “lasciati per strada da una riforma ingiusta. Solo il rigore è una politica ottusa, e in questo l’Europa sta sbagliando. Non sono i tagli la soluzione, e non servono i tecnici dei tecnici per farli: quella è una politica sbagliata, a prescindere da chi la fa”. Che poi possa toccare a Enrico Bondi, per le cui “mani di forbice” sono passati i dissesti di Montedison e Parmalat, non cambia anzi, se possibile moltiplica l’insofferenza e l’irritazione. “Il Paese non ce la fa più – continua la Camusso – e questo è pericoloso, perché è il momento che ci si divide. Noi, che tecnici non siamo, soluzioni alternative ne abbiamo per il governo: che la smetta di colpire il lavoro e attacchi la rendita e i patrimoni della finanza. Cominci con l’accordarsi con la Svizzera per tassare i capitali espatriati, cominci a fare una buna legge sulla corruzione, riveda in senso più duro il falso in bilancio e soprattutto scelga la legalità come via maestra dello sviluppo. Il Paese aveva sperato nel governo Monti. Passato qualche mese dopo fatichiamo a vedere la differenza tra il prima e il dopo, è il momento di cambiare lo spartito”. Il sindacato comunque non si rassegna e non smobilita e al governo la Camusso chiede: “Eliminate le diseguaglianze, alzate i redditi, create il lavoro e da quella parte ci troverete”. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 1 Maggio  2012

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