“PASQUALE DA CITTADUCALE”

Da quando mi sono imbattuto in questa avventura, grazie a Rietilife e al suo direttore, non faccio altro che guardarmi intorno: ascolto la gente al bar, mi fermo se c’è un tamponamento, leggo più giornali, navigo sui siti internet, guardo con molta  attenzione le tv locali e non, insomma mi sento un mezzo giornalista che più vede e più sente, e più gli vien la voglia di scrivere per dare un parere, in questo caso piaccia o no, del tutto scevro di pregiudizi e di colori politici. Ed è proprio la politica che ha segnato queste ultime mie riflessioni: prima in ufficio e poi a casa dove non ho trovato terreno fertile circa le mie considerazioni. La prossima settimana a Rieti si terranno le elezioni amministrative per la scelta del nuovo sindaco (vi ricordo i 7 candidati alla poltrona più alta e i 725 candidati al consiglio comunale) e in questi giorni si sta scatenando una vera e propria via Crucis (con tutto il rispetto per la Chiesa) da parte di altissime personalità politiche che, dopo essersi occupati di investimenti in Tanzania, lingotti d’oro, soldi spesi dal Trota, escort e bunga-bunga, giungono a Rieti per “benedire” e aprire la corsa ai candidati appartenenti al proprio schieramento. Credo davvero che questa, insieme alle banconote del Monopoli, sia la cosa più falsa che ogni volta ci dobbiamo sorbire. Mi spiego. Ci troviamo in un momento che definirlo difficile appare un insulto all’intelligenza e questi signori cosa fanno? Salgono sulle auto-blu (ne parleremo tra qualche giorno), imboccano la Salaria, arrivano a Rieti accolti come Imperatori, salgono su un palco dopo aver mangiato nei migliori resort a cinque stelle, ci raccontano un sacco di stronzate, inneggiano a dare la preferenza ai loro candidati, fino a risalire sulle loro (nostre) auto e tornarsene a Roma. Il più delle volte non sanno nemmeno dove si trovano e per chi sta stanno tirando la volata (me lo ha confessato un vecchio uomo politico al quale credo).  Ma non basta perché loro, i politici di serie A, quando arrivano a Rieti ridono, si complimentano con tutti, asseriscono che il proprio “cavallo” è un top-player senza avere il minimo decoro per le persone che li stanno ascoltando e che stanno andando alla deriva grazie ai posti di lavoro persi ogni giorno, e per questo Rieti né è la Capitale, agli aumenti che stanno strangolando il Paese, ed alla tanta fatica profusa per chiudere il mese a zero. Addirittura, vedi Pierferdi Casini, c’è chi ha fotografato la piazza e l’ha poi postata su “Feisbuk e Tuitter” quasi fosse un bottino di guerra o un souvenir da mostrare fieri o un fine settimana a Mikonos. Finora a Rieti hanno fatto visita big che rispondono ai nomi di Fini, Casini, Enrico Letta, Vendola, Storace, Di Pietro, Rosy Bindi e Zingaretti e tutti, e ripeto tutti, hanno pontificato i vari candidati come fossero la panacea di tutti i mali, i salvatori della Patria, la soluzione a tutto con discorsi tipo: <Ai problemi che attanagliano questa città, una città che grazie all’impegno di XYZ riuscirà ad uscire dalla crisi, saprà riprendersi grazie alla volontà di tutti voi che, sono sicuro, il 6 maggio non potranno non dare il proprio voto all’amico XYZ che considero la migliore scelta per risolvere gli annosi problemi di questo territorio che non merita di certo di essere tagliato fuori . In caso contrario, vorrà dire che consegnerete la vostra città nelle mani di chi non saprà che ribadire quanto altri hanno fatto finora.. E giù applausi, pacche sulle spalle, abbracci tra candidati e big quasi fossero fratelli, con la folla festante che quasi non crede al proprio apparato uditivo. Tutti uguali anche se non li ho ascoltati… ma cambia poco perché tanto i discorsi sono sempre e da sempre gli stessi. E poi? Poi accade che i vari big passati a Rieti per supportare candidati e rincoglionire i cittadini con le stesse cose dette cinque anni fa, una volta risaliti sulle loro (nostre) auto-blu si scordano definitivamente del posto dove sono stati a “battezzare” il proprio candidato dimenticandosi, di conseguenza, dei problemi di chi volevano convincere che la scelta di XYZ sarebbe stata la migliore. Accade quasi sempre così e la cosa più triste è che molti di noi, dopo la tornata elettorale, attendono con speranza che si concretizzino tutte quelle promesse ascoltate nelle varie cene, sui vari palchi e nei programmi declamati come i 10 comandamenti. Ma la speranza diventa una mera illusione visto che non ci sono ricette magiche che possano risolvere i problemi di un territorio che, davvero, sta sprofondando sempre di più. Foto: Itzel Cosentino/Agenzia PRIMO PIANO © 29 Aprile 2012

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