RIETILIFE INTERVISTA…ENRICO ARAGONA

RL: Enrico Aragona come sta?
A: Assolutamente bene! Quando sono in buona compagnia meglio.

Com’è andata con l’emergenza neve?
L’amministrazione ha risposto secondo i parametri previsti dal piano emergenza neve. Chi nel corso dei giorni ha detto il contrario è stato puntualmente smentito dai fatti. Una volta appreso dal bollettino meteo che ci sarebbe stata un’abbondante nevicata il dirigente della Protezione Civile ha immediatamente organizzato una riunione tecnica con tutti gli attori necessari e deciso le risorse umane e materiali da mettere in campo. Chi si aspettava che contemporaneamente alla nevicata tutte le strade sarebbero state pulite, evidentemente non è abituato al fenomeno neve e non comprende fino in fondo cosa significhi intervenire in emergenza. L’alternativa è essere in mala fede. La neve caduta è stato un fatto eccezionale che a Rieti capita ogni trenta anni: va considerato anche questo! Poi è ovvio che ci sia sempre la possibilità di migliorarsi.

Si, ma lei in primis è stato attaccato duramente, cosa ci dice?
Sono cinque anni che non smetto di meravigliarmi. Quando si è in prima linea è normale subire critiche: l’anomalia è che troppo spesso sono generalizzate, strumentali. E poi è troppo facile prendersela con chi è sul campo davanti ai propri uomini: evidentemente si è a corto di idee. Nei giorni scorsi, ad esempio, mi sono meravigliato leggendo un articolo su RietiLife: si faceva un parallelismo tra un Sindaco (Antonio Cicchetti, ndr) e il sottoscritto: ecco mi sarei aspettato che le tipicità del Sindaco di allora fossero paragonate a quelle di un altro Sindaco e non messe a confronto con me. Credo che questo testimoni in maniera chiara come certa pseudo stampa sia completamente imbavagliata ed abbia precise indicazioni su chi non si deve toccare e chi evidentemente si può quotidianamente massacrare: Aragona è tra questi. Pensi che nell’articolo mi viene imputato persino di non aver comprato né sale né spazzaneve. Senza entrare nel merito delle opportunità di fare questi acquisti, ricordo che nel Comune ci sono altri sette dirigenti e che, nel caso in esame, la competenza non è la mia.

Il Comune comunque non ha uno spazzaneve, forse sarebbe servito.
Ripeto, la competenza non è mia e nel caso fosse dipeso da me comunque non l’avrei comprato (fermo restando che questa affermazione in senso assoluto è falsa, in quanto il Comune dispone di uno spazzaneve, dislocato ovviamente a Terminillo, mentre un altro, che è stato puntualmente impegnato nell’emergenza, è in carico all’ASM). Il rapporto tra costi e benefici è decisamente a sfavore dei benefici. A Roma hanno speso milioni di euro per questi mezzi che sono diventati obsoleti e nel momento dell’emergenza sono serviti a nulla. E’ impensabile investire in tal senso in realtà dove nevica ogni trent’anni: è assolutamente più corretto impegnare le risorse private presenti nel territorio come abbiamo fatto in questa occasione. Per quanto riguarda il sale, invece, assicuro che non solo il Comune di Rieti non ne è mai rimasto senza, ma ha anche soccorso altre realtà.

Aragona, lei comunque non è nuovo ad attacchi sul suo operato, spesso è sui giornali.
(ride) Che vuoi che ti dica! Enrico Aragona è evidentemente un elemento di novità per Rieti. Forse c’è un atteggiamento prevenuto della critica anche per questo. Grazie alla mia esperienza professionale pregressa ho portato in città molte idee, tante iniziative da intraprendere ed una naturale predisposizione per il cambiamento. Certo, che se non avessi fatto nulla non avrei subito tutte queste critiche: sono convinto però, per cultura personale, che l’immobilismo rappresenti la pericolosa anticamera del nulla. La città ha invece bisogno di tanti inizi ed insieme si possono costruire pian piano molti percorsi. Alle critiche non costruttive mi sono abituato e guardo con disinteresse; a quelle positive rispondo con attenzione quotidiana, sul web, alle telefonate dirette dei cittadini e a chi mi ferma per strada. L’occhio critico di ognuno è importante e per me è uno stimolo a fare meglio. A coloro che per cinquecento volte mi hanno sbattuto sul giornale non rispondo più: semmai lo farò, ed ho iniziato a fare, in altri sedi.

Scusi comandante, ma questo motoscafo era proprio necessario?
Ma vedi, niente è necessario e tutto è necessario. E’ necessario per esempio comprare una nuova macchina per la Polizia Municipale? Qualcuno potrebbe dire di no, hai già una macchina, anche se ha fatto duecentomila chilometri e non dispone delle tecnologie di sicurezza che sono di serie nelle auto moderne. Oppure qualcuno potrebbe dire – ma è necessario ristrutturare il Comando secondo parametri quali l’ottimizzazione degli spazi e la creazione di un habitat professionale-lavorativo che sia idoneo per tutti gli operatori? Probabilmente no, visto che nel 2007  ho ereditato un comando che lasciava molto a desiderare: si poteva continuare così! O ancora: è necessario scrivere decine e decine di progetti e ricevere dalla Regione Lazio in quattro anni circa poco meno di un milione di euro? Forse no, visto che prima non si faceva. Ecco, il gommone è in linea con questo modo di interpretare un ruolo: creare le condizioni per ottimizzare un percorso. Nel nord Italia c’è una grande cultura della Polizia Municipale, qui no, siamo ancorati a quando la Municipale era stigmatizzata nella figura del pizzardone di Piazza Venezia di “sordiana” memoria. Per me la Polizia Municipale è qualcosa di diverso, si è innovata ed è cresciuta sia da un punta di vista culturale che operativo.

Restiamo al motoscafo, quanto è costato?
Permettimi di fare chiarezza. Il gommone è stato acquisito perché facente parte di un progetto esclusivo di tutela ambientale, per la salvaguardia del fiume Velino per contrastare gli scarichi abusivi civili ed industriali finanziato per la quasi totalità dalla Regione Lazio per un costo di circa ventiquattro mila euro. Il progetto, che prende spunto anche da specifiche segnalazioni di chi ha a cuore la salute del “nostro” fiume, ripeto, è stato finanziato esclusivamente per questo e nulla di diverso si poteva fare con quelle risorse. Al riguardo, mi è veramente dispiaciuto assistere alle esternazioni televisive del candidato Sindaco Simone Petrangeli che ha cavalcato l’onda populista di certe argomentazioni ed ha parlato di pesci in divieto di sosta. Peccato perché per un momento ho veramente creduto che potesse essere il nuovo che avanza e mi ero anche complimentato con lui. Tornando ai finanziamenti, voglio aggiungere che siamo l’unico comune del Lazio che riceve da due anni contributi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga – per le azioni di contrasto all’uso-abuso di sostanze alcoliche o psicotrope Non pretendo che si parli bene di queste iniziative ma sono convinto che una corretta informazione non possa che stimolare questa città.

Aragona, le hanno fatto anche un fans club su Facebook, dicono che quello che fa sono tutte “cazzatelle”.
Ho scoperto circa tre anni fa che qualcuno aveva abusato della mia identità aprendo una pagina su Facebook con le mie generalità. Mi chiamò mio cugino dicendomi che, per come mi conosceva, commentavo e lasciavo post in modo “anomalo”, che discutevo con il mio Vice Comandante (Sonia Salvi, ndr) e molto altro. Il mio stupore è stato massimo, considerato che non ho mai usato il social network così come il mio Vice. Ho denunciato tutto alla Polizia Postale e dagli Stati Uniti hanno successivamente oscurato le pagine su mandato della Procura di Rieti. Si è risaliti anche al personaggio che dopo aver aperto quelle pagine ha ritenuto opportuno attivare il “Fan Club Enrico Aragona – un nome un mito” sempre con contenuti diffamatori. A novembre si terrà la prima udienza nella quale si parlerà di diffamazione aggravata a mezzo stampa e sostituzione di persona. La diffamazione non la tollero e per questo utilizzerò tutti gli strumenti possibili per tutelarmi.

Salto nel futuro, siamo a maggio, il centrosinistra vince le elezioni e la cacciano, cosa farà torna in Polizia?
(ride) Evidentemente la notizia è arrivata anche a te! (ride) Su questo c’è un simpatico aneddoto. Un paio di mesi fa il Consigliere Comunale Marco Pasquali, durante un incontro di lavoro ed alla presenza di altri dipendenti del Comune, mi dice che una volta vinte le elezioni non avrei più fatto il Comandante della Polizia Municipale: mi avrebbero cacciato via! Un pò mi sono meravigliato, per l’approccio innanzitutto. Quando la politica si scaglia in questo modo verso un dirigente che lavora presso l’Amministrazione ha evidentemente ben pochi argomenti politici sui quali fondare la sua azione di governo. Gli ho rappresentato che il Comandante della Polizia Municipale, vincitore di pubblico concorso, non può essere rimosso né spostato ad altro incarico in quanto non fungibile con gli altri ruoli. Il rappresentante della politica locale mi ha incalzato dicendomi che mi avrebbero potuto togliere le funzioni ovvero distrarre le risorse economiche: anche qui, togliere le funzioni ad un dirigente che l’Amministrazione paga senza fargli fare nulla beh puoi capire che è un pò complesso. Ed ancora: per quanto attiene alle risorse economiche l’articolo 208 del codice della strada impone agli Enti di destinare almeno il cinquanta per cento dei proventi contravvenzionali alla sicurezza stradale. Ho invitato il Consigliere a concentrarsi a vincere prima le elezioni e poi a dedicarsi alla mia “persecuzione”. E chissà se dalla nettezza della mia posizione non derivi anche l’attacco mediatico “Terni” …. Chissà! Evidentemente non a tutti è chiara la distinzione delle funzioni tra parte politica e classe dirigente che ne configura specifiche responsabilità.

Ma scusi, chi glielo ha fatto fare di passare dalla Polizia di Stato alla Municipale?
In un turnover naturale in Polizia, sono arrivato da Vice Questore Aggiunto alla Questura di Rieti. Dopo undici mesi di servizio, a maggio del 2007, sono stato contattato dall’assessore Daniele Fabbro il quale davanti ad una coppa di gelato, in una nota gelateria della città, (Giacomelli, ndr) mi propose di fare il Comandante della Polizia Municipale. Sulle prime ho sorriso, preso in contropiede, ma dopo alcuni giorni, e dopo aver parlato anche con gli Assessori Tittoni e Leoncini e conosciuto il Sindaco Emili, accettai. Diciamo che è stata una scommessa personale e professionale: ho lasciato definitivamente la Polizia di Stato nel 2009, dopo ben ventidue anni.

E’ stata una scelta sofferta abbandonare la Polizia?
Dopo tanti anni vissuti in modo intenso e con una carriera apertissima davanti conquistata sul campo, la scelta è stata certamente sofferta: la Polizia di Stato ha rappresentato moltissimo per me. Ricordo, tra le tante cose, che durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, ho avuto l’onore di rappresentare il nostro Paese a Bruxelles con l’incarico di presidente di una Commissione tecnica.

Che musica ascolta?
Sono un attento fruitore della musica classica, in particolare sono un ammiratore di Tchaikovsky. E poi la musica latino americana mi mette allegria.

Per quale squadra di calcio tifa?
Non mi posso definire un vero tifoso, perché non vado allo stadio e non seguo il calcio mercato, ma simpatizzo da sempre per la Roma.

Chi è il suo calciatore preferito di sempre?
Giacinto Facchetti per il quale mia madre ha nutrito una vera passione.

In alcune occasioni l’abbiamo vista giocare benino al calcio.
Per molti anni ho giocato nelle categorie dilettantistiche, mi sono divertito molto. Giocavo nel ruolo di libero. Ho chiuso la mia “carriera” con due splendidi anni nella nazionale della Polizia di Stato.

Quindi già da allora dirigeva, visto che il libero comandava la difesa.
Si, si può dire così.(ride)

La cosa più bella che hanno scritto su di lei?
L’hanno scritta i ragazzi di Special Olympics sul loro sito: mi hanno definito un Comandante speciale. D’altra parte con il mondo del volontariato si è creato un dialogo assolutamente straordinario del quale mi sento profondamente orgoglioso.

A proposito di Comandante, fosse stato in Schettino, cosa avrebbe fatto?
Sempre davanti ai miei uomini, per non farli mai sentire soli, e sempre l’ultimo a lasciare lo scenario operativo.

Dà del lei ai suoi vigili?
Assolutamente no. Chiamo tutti per nome di battesimo, loro sono i miei ragazzi. E’ una vicinanza umana che tra persone intelligenti non perde mai di vista il senso ed il livello delle responsabilità.

Quali sono le persone più importanti della sua vita?
Ho un rapporto speciale con mia madre, pensa è nata lo stesso giorno e la stessa ora in cui sono nato io. Insieme a mio padre rappresentano quei punti di riferimento che hanno determinato la persona che sono ora. Una persona che ricordo con grande affetto, poi, è Paolo Falco, un grande Maresciallo della Guardia di Finanza, primo corno della Banda Nazionale, che ora non c’è più.

Dicono di lei che è egocentrico, vero?
Si è vero. Sono anche narcisista. Vorrei ricordare però che il significato etimologico della parola egocentrismo è la tendenza a interessarsi di se stessi e ad essere relativamente insensibili ai problemi degli altri. Allora l’egocentrico normalmente è egoista: ma con te vorrei riflettere sulla radice etimologica di egoista, che deriva dal latino e significa “io amo me stesso”. Ritengo che non si possano amare gli altri senza prima avere cura di se stessi. Riempito il proprio bicchiere si può pensare di riempire anche l’altro. Altrimenti ci si trova assetati tutti e due! E poi sono un egocentrico altruista: ho profonda attenzione per le richieste che quotidianamente mi arrivano e mi attivo, senza risparmiare energie, per cercare delle soluzioni.

Un mese alle Maldive con Adriana Lima o un mese da Capo della Polizia?
Cento milioni di volte un mese da Capo della Polizia. Vivo con una donna straordinaria con la quale ho deciso di condividere il futuro e ti assicuro che non ho in mente altri che lei.

Le piace RietiLife?
Seguo RietiLife da quando siete partiti, lo “sfoglio” almeno quattro, cinque volte al giorno. Mi piace davvero molto conoscere i fatti attraverso lo straordinario strumento della fotografia: la foto da sola è già una notizia, è un’innovazione della comunicazione di cui la città aveva bisogno. Dovete coltivare questo progetto e, se potete, ampliarlo ed accrescerlo. E’ sicuramente un bene prezioso per Rieti.

Belle parole Aragona, grazie. Le proponiamo una rubrica su Rietilife, cosa ne pensa?
Questa proposta mi onora, sono lusingato. Se avete davvero piacere penso che si possa fare: magari racconterò attraverso i miei occhi alcune verità che altri leggono attraverso altri occhi che non sempre sono intellettualmente onesti.

Affare fatto. A questo punto facciamo un test sulla fotografia: cos’è uno zoom?
Beh uno zoom è quella capacità straordinaria di penetrare nell’immagine, è uno strumento che ti consente di vedere cose che a occhio nudo non si vedono, cose altrimenti inimmaginabili.

Risposta paracula! Allora ci dica cos’è l’iperfocale.
(ride) Beh, l’iperfocale è sempre uno strumento che ci consente (ride) di mettere a fuoco in maniera esponenziale l’immagine che altrimenti avrebbe una connotazione semplicistica.

Risposta paraculissima! Conosce qualche fotografo importante?
Non so se possiamo definirlo tale ma ho sempre seguito con attenzione Oliviero Toscani, per il suo modo innovativo di comunicare.

Pensavamo ci dicesse Rino Deli.
(ride) Certo. Rino Deli è un fotografo eccezionale. Lo paragono ad Oliviero Toscani sotto l’aspetto commerciale (ride).

Gioco della torre: chi butta giù tra Emili e Melilli ?
Premettendo che ho grande stima per il Presidente della nostra Provincia, sicuramente Melilli. Il Sindaco Emili, pur non conoscendomi, mi ha offerto una grandissima opportunità, riconfermandomi piena fiducia anche in momenti di oggettiva difficoltà.

Tra Totti e Del Piero?
Del Piero.

Polizia di Stato e Polizia Municipale.
Polizia Municipale (ventidue anni non si cancellano così velocemente).

Berlusconi e Monti.
Cento volte Monti.

Obama e Bush.
Bush.

Merkel e Sarkozy.
Tutti e due.

Rino Deli e Guido Marcellini.
Assolutamente li salvo tutti e due. Sono due personaggi con la p maiuscola del mio Comando.

Aragona, per chiudere, ma che rapporto ha con la politica?
(ride) Ho sempre fatto tanta politica sin da ragazzo nel mio Municipio a Roma, in mezzo alla gente, senza aver mai vestito l’abito del politico. Sono stato presidente del comitato di quartiere, sono tutt’ora presidente del consorzio per il recupero urbanistico di Valle Castiglione, sono stato presidente dell’associazione culturale bandistica Severino Gazzelloni di Villaggio Prenestino: quando ci si occupa di tante cose nel sociale, sul territorio, si fa comunque politica. Credo di averla nel sangue questo tipo di politica e mi hanno anche fatto piacere le voci di chi ha proposto una mia candidatura alle prossime amministrative. Evidentemente c’è ancora tanta gente che crede in un determinato modo di rapportarsi con il territorio.

Quindi, da grande Aragona farà il politico?
(ride) Chissà. Magari si! Sono ancora giovane ed ho tanta strada da fare.

Magari prima o poi farà il sindaco di Rieti.
(ride)

Nel salutarla, vogliamo sapere se le è piaciuta questa intervista.
Sai, è la prima volta che mi fanno un’intervista di questo tipo. Le domande sono state intelligenti e mi hanno dato la possibilità di ripercorrere tanta parte della mia vita e del mio modo di interpretarla. Complimenti per il vostro stile e ad maiora!  Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 19 Febbraio 2012

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