“ALLEGRO MA NON TROPPO” DI ALESSANDRA LANCIA

SANT’ANTO’ PENZACE TU –

E dopo il sindacalista toccò all’imprenditore. La notizia politica della settimana sembra questa. Le primarie del centro destra si faranno – benché in tanti, a cominciare dal sindaco Giuseppe Emili, abbiano tentato l’impossibile per evitarle – e alle primarie parteciperà il presidente della Federlazio  Carmine Rinaldi. Rinaldi non è nuovo alla politica e alle sue perfidie: era sindaco di Fiamignano, per dire, e deve la sua bocciatura ad un accordo (nemmeno troppo segreto, se si è risaputo fin quaggiù) tra Filippo Lucentini e Oreste De Santis, il costruttore originario di Sant’Agapito presidente della commissione urbanistica cittadina. Eppure ci riprova e passando dalla porta principale: “Nessuno mi ha cercato”, ha detto tradendo un po’ di disappunto, “ma mica ci voleva l’autorizzazione no?”. No che non ci voleva: d’altronde le primarie si fanno proprio quando non ci sono “autorizzazioni”, ovvero la convergenza di più soggetti e di diversi interessi su un unico nome. E questo accordo, in un centro destra uscito stremato da 18 anni di governo cittadino, non c’è. C’è un accordicchio su Antonio Perelli, avvocato e assessore certo non tra i più attivi delle Giunte Emili, c’è Chicco Costini che corre contro tutti (ma non solo: per lui si spenderà Lidia Nobili) e altri se ne aggiungeranno, forse, entro la serata. E c’è Carmine Rinaldi, che merita un “allegro” per il mondo che rappresenta, quelle piccole e medie imprese targate Federlazio che hanno avuto sempre bisogno della politica ma mai quanto, adesso, la politica abbia bisogno di loro. Solo che non si trova nessuno che chieda. O che chiami. Gli ultimi dati diffusi proprio da Federlazio sull’economia reatina dipingono un quadro da tregenda. Il lavoro, quello vero, non quello drogato di certi uffici pubblici e para-pubblici, è questione cruciale per la sopravvivenza di Rieti città capoluogo. Non a caso, dall’altro lato della barricata, in “soccorso” al centro sinistra sono andate Cgil, Cisl e Uil. Soccorso, anche lì, non richiesto e assai mal tollerato. Non sappiamo se a Rinaldi sarà riservata la stessa sorte di Franco Simeoni: in politica si vince e si perde per un pugno di voti e lui lo sa benissimo. Ma ora che si chiude il ciclo Cicchetti-Emili davvero era lecito andare a valutarne il lascito, non solo in termini di lampioni e marciapiedi ma anche e soprattutto di “classe dirigente”. E invece nisba, c’è deficit, ed evidente, anche qui. “I nomi che ho sentito per il sindaco di Rieti? Buoni al massimo per sfilare alla processione di Sant’Antonio”, ha mandato a dire da Leonessa Paolo Trancassini, con tutto il rispetto per Sant’Antonio. Vero: amministrare il comune nei prossimi cinque anni – per com’è messo in termini di cassa e di “macchina” – non sarà una passeggiata. Pardon, una sfilata in processione.  Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 13 Febbraio 2012

Print Friendly, PDF & Email