“ALLEGRO MA NON TROPPO” DI ALESSANDRA LANCIA

ARIDATECE CICCHETTONE –

Mannaggia ai disagi e alle polemiche, che ci hanno rovinato la festa della neve anche in città e che ci costringono a raccontare di quartieri imprigionati da neve e ghiaccio, di rami crollati e lasciati in strada per giorni, di supermercati presi d’assalto e di scaffali vuoti. Vero, come dicono dal Comune, non ci sono stati incidenti gravi, né black out o persone isolate quindi piano con le lamentele. Però se anche la neve poteva essere un modo per specchiarci e vedere come siamo diventati – rispetto, per esempio, al bianco inverno del 1985 – non è andata proprio benissimo. Quello che ha colpito, almeno in città, è stato il senso di solitudine e straniamento. E’ mancata clamorosamente una figura di riferimento, capace di fare comunità tra i cittadini e fare squadra tra i diversi soggetti impegnati nella gestione dell’emergenza. Nel 1999, quando un alluvione mandò in apnea mezza Rieti e buona parte della piana, Antonio Cicchetti si consacrò definitivamente come “sindaco h24”: all’epoca ironizzammo sul suo attivismo tra le trincee di sacchi di sabbia a Chiesa Nuova, ma almeno lui sapeva cosa fare e come farlo. Adesso tocca accontentarci di un comandante della Municipale che compra motoscafi e camper per i suoi Vigili ma non uno spazzaneve perché a Rieti non ci nevica, e che invece di pensare alle scorte di sale in magazzino sponsorizza la festa del Cioccolato. La solitudine, dunque, ma anche lo straniamento dei reatini verso la neve e verso la città. C’è stato chi ha inforcato il trattore e si è fatto pulizia da sé – bravissimi i pianaroli e i reatini “pedemontani”! – ma c’è stato pure chi ha aspettato a braccia conserte che qualcuno arrivasse a liberare il vialetto del condominio o la propria auto. Ma così non poteva funzionare e infatti non ha funzionato, perché se quando il pubblico zoppica (e Dio solo sa se zoppica) i cittadini debbono saper offrire un braccio.  Poi facebook ha fatto il resto, con la gente a fotografare, commentare e ad infierire (anche giustamente, per carità) e Protezione civile e operai comunali a difendersi contrattaccando: della serie, prima spalate, poi parlate. Peccato. Questa straordinaria nevicata del Dodici – come finalmente la potremo ricordare, dopo quella del Cinquantasei e quella dell’Ottantacinque – poteva essere un’occasione altrettanto straordinaria di partecipazione dal basso e di collaborazione, tra Comune e chi con lui e cittadini. Un po’ di tempo per organizzarsi c’era: bastava convocare in Comune non i cronisti per la festa di San Sebastiano ma associazioni di volontariato, parrocchie, polisportive e pianificare un’azione comune di intervento su strade, quartieri, frazioni. Se una gara poteva esserci doveva essere a chi fa di più e meglio a vantaggio della città, perché pensare che ci possa essere un Comune che vede e provvede ormai è pura fantascienza. E’ mancato un Cicchetti, è vero ma in Comune questo si era capito da parecchio. Ma anche la città può fare di meglio. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 6 Febbraio 2012

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