LETTERA APERTA AL VESCOVO

Pubblichiamo la lettera aperta di Angelo Dionisi e Luca Battisti al Vescovo di Rieti: Egr. Sig. Vescovo anche se con un  po’  di ritardo, vogliamo ringraziar La  per la cortese attenzione che ci ha dedicato nel rispondere ad alcune nostre considerazione critiche sul come era stato organizzato il convegno su “Lavoro ed immigrazione” presso il Vescovado. Siamo davvero rammaricati che il tono delle nostre osservazioni critiche sia stato interpretato come ironico e poco rispettoso verso La Sua persona e la Chiesa  Reatina che Lei rappresenta. Ci creda, se eccesso di vis polemica è potuta trasparire, l’unica ragione sta nella passione con cui noi affrontiamo quelle stesse tematiche che cosi tragicamente investono l’umanità intera in questa fase della storia che noi giudichiamo caratterizzata da una crisi sistemica del modello di sviluppo capitalistico, che è crisi economica, finanziaria, sociale, politica- istituzionale e soprattutto morale, che produce immani sofferenze  nel mondo del lavoro e nelle fasce deboli della società. Precarietà, incertezza, povertà che attanaglia anche chi è lavoratore, bassi salari, sfascio morale delle famiglie e degli individui, mercificazione della vita e del corpo umano, la prostituzione gli abusi e le dipendenze,  migrazioni di masse sterminate di esseri umani, donne, uomini, bambini sradicate dagli affetti, dal loro mondo, dalle loro abitudini, dai valori e le culture dei loro padri per raggiungere un sognato “eldorado”, negato anche ai più  dei nostri concittadini,   per diventare  merce lavoro disponibile a bassissimi costi e senza diritti. Nuova schiavitù. Umanità negata. Dignità calpestata nell’interesse del profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ci piace pensare, ne siamo convinti profondamente, che Gesù Cristo, quello di tutti,  starebbe con questa umanità sofferente contro i mercanti. Alle nostre osservazioni sulla appartenenza e gli orientamenti culturali dei relatori non si era tenuti alla “par condicio” e che ognuno è libero di invitare chi vuole. Ci mancherebbe altro. Ma altrettanta libertà di giudizio crediamo di poter  rivendicare. La mancanza di un altro punto di vista, che riconosce la crisi e la denuncia in tutta la sua gravità e non la nega, di un’altra interpretazione dei motivi della crisi stessa che produce fenomeni sociali cosi dirompenti sulla vita di milioni di persone nel mondo,  come quelli della mancanza del lavoro e dell’immigrazione, e soprattutto la mancanza di proposte di soluzione  diverse da quelle delle classi dominanti, ha fatto venir meno un confronto democratico utile a tutti e soprattutto per la ricomposizione degli interessi popolari. Di questo ci siamo dispiaciuti. Apprezziamo invece ed accettiamo con entusiasmo la proposta che ci viene offerta di un confronto pubblico sulle stesse tematiche, che, auspichiamo possano estendersi ai problemi più acuti e drammatici che investono la nostra collettività reatina. Nel riconfermarLe i sensi della nostra profonda stima, Le porgiamo cordialissimi saluti. Foto: Gianluca VANNICELLI / Agenzia PRIMO PIANO © 30 Novembre 2010

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